La scelta operata dal nostro studio è quella di osservare pienamente i severi doveri deontologici imposti all’avvocato, non per timore delle conseguenze previste dal codice deontologico o dalla normativa professionale, ma nell’assoluta convinzione che questa professione merita la massima preparazione e serietà da parte di tutti coloro che la esercitano, alla pari di tutti gli altri operatori del diritto, magistrati, cancellieri, segretari e d’ordine, che finora hanno assicurato alla nostra giovane democrazia l’invidiabile risultato di essere veramente quella che è: una democrazia.
 
Allo stato della vigente legislazione, l’attività professionale giudiziale è riservata agli avvocati e tra questi, a seconda della giurisdizione, a quelli iscritti nell’Albo dei Patrocinanti in Cassazione. Tale ultima qualifica non deve ingannare: l’iscrizione a tale Albo è necessaria non solo per la difesa avanti la Suprema Corte di Cassazione, ma anche per quella esercitata avanti la Corte Costituzionale, il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, il Consiglio di Stato, la Giunta delle Elezioni del Senato della Repubblica e quella della Camera dei Deputati. In poche parole, per il patrocinio avanti le Giurisdizioni Superiore previste dall’ordinamento.
svolgere attività di consulenza.

Non vogliamo entrare nel merito della diatriba che si è aperta sulla questione, soprattutto attraverso l’utilizzazione del web da parte di soggetti che offrono consulenza legale e giuridica, ma ci limitiamo a riflettere sulla circostanza che l’attività di consulenza ed assistenza non è scindibile da quella giudiziale, giacché solo in quest’ultima sede si ha l’opportunità di verificare sul campo l’interpretazione offerta alla norma od alla fattispecie, in quello che gli operatori del diritto sono chiamati quotidianamente a svolgere, il confronto dell’interesse mediato delle parti.

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